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Dal 16 al 18 agosto si é svolto l’International Animal Rights Gathering nel rifugio per animali di Animaux En Péril, in Belgio. Questo rifugio accoglie animali abbandonati o maltrattati, sequestrati dalle forze dell’ordine a professionisti o privati.
Il proprietario del luogo in cui si é svolto l’incontro é Jean-Marc Montegnies. Sul posto era stato organizzato un campeggio, un capannone per i pasti e dei tendoni dove si svolgevano le discussioni. Il cibo era preparato da un gruppo dal nome sessista Just Like Your Mom. Un altro panettiere indipendente, nomade e rivoluzionario, era presente per preparare i chili di pane necessari per nutrire le 150-200 persone presenti.
Questo incontro, molto be organizzato, aveva tutte le comodità necessarie. Per quanto riguarda i gabinetti secchi (compost toilet), abbiamo segnalato un problema di transfobia, visto che dal primo giorno dei cartelli chiedevano «a tutti gli uomini di pisciare in piedi fuori dai gabinetti secchi». Abbiamo fatto presente che alcune donne hanno il pene, certi uomini hanno la vagina, che né la nostra identità di genere, né la forma dei nostri organi genitali determinano il modo in cui pisciamo, e preferiamo usare il termine «persone che vogliono pisciare in piedi». Questo é stato subito preso in conto da chi organizzava, e i cartelli son stati modificati.
L’obbiettivo dell’incontro era di far emergere differenti discussioni sulle campagne in corso e sulle lotte contro Air France, contro la vivisezione, la caccia, ecc. Come pure di discutere delle pratiche e della teoria della liberazione animale. Questo incontro ha riunito persone provenienti da più di 20 paesi diversi, tra cui Spagna, Italia, Australia, Germania, Inghilterra, Repubblica Ceca, Turchia, Svezia, Slovacchia, Catalugna e Norvegia.
Les Panthères Enragées denunciano il razzismo e il fascismo del movimento di protezione animale in fRancia*
*Nel testo originale, fRance, la parola francese rance significa rancido.
Il colletivo di Toulouse delle Panthères Enragées ha tenuto un workshop sull’intersezionalità delle lotte, facendo la connessione tra le lotte queer, femministe e antispeciste, come pure quelle antirazziste, lotta più che necessaria in questo momento in Francia.
In particolare, la discussione sull’antifascismo ha analizzato la situazione particolarmente inquietante in Francia per quanto riguarda le lotte animaliste, che sono impestate dalla presenza di attivist* e gruppi razzisti, omofobi e fascisti. Questa situazione può avere diverse cause, una è quella che le lotte sulla questione animale vengono completamente trascurate dai/lle militanti anticapitalist*, anarchic* o antifascist*, lasciando via libera alla diffusione di idee nauseabonde senza che ci sia una risposta collettiva e decisa. L’altra causa é data dal fatto che la maggior parte di questa lotta si fa per la protezione animale e non per la liberazione animale, riducendo questa causa ad una lotta senza un contenuto politico né intersezionalità e accettando quindi senza nessun problema la presenza, il sostegno, i finanziamenti di chiunque, con la motivazione che tutto é giustificato pur di proteggere gli animali.
Questa linea apolitica é condivisa pure da Animaux En Péril ed il suo proprietario, J-M Montegnies, che ha accolto a più riprese Nathalie Krier, attivista fascista da molto tempo presente nel movimento di protezione animale tramite la Fondation Brigitte Bardot e più recentemente con la sua appartenenza al gruppo fascista 3ème Voie. Il gruppo 3ème Voie é conosciuto principalmente per essere stato fondato da Serge Ayoub, detto Batskin, militante bonehead dagli anni ‘80, ma anche per aver avuto tra le sue fila Esteban Morillo, assassino del militante antifascista Clément Méric, vicino anche alle lotte antispeciste, nel giugno scorso.
Con un power point, abbiamo mostrato una foto di Nathalie Krier all’interno del rifugio di Animaux En Péril, ma anche ad una manifestazione contro le pellicce a Parigi nel 2013 accanto a Esteban Morillo e alla sua amica Katya Veloso, e infine in una foto di gruppo di militanti di 3ème Voie tra cui anche Serge Ayoub. Il rifugio di Animaux En Péril non ha solo degli amici di amici che sono fascisti, ma accoglie intenzionalmente dei membri della Fondation Brigitte Bardot e un membro di 3ème Voie, senza che questo ponga nessun problema al proprietario.
Un’altra parte della discussione sull’antifascismo ha fatto emergere delle critiche nei confronti della diffusione del film ALF di Jérome Lescure, la cui proiezione era prevista per il giorno seguente, nell’ambito dell’incontro. Non solo il film ha ricevuto il sostegno ed il finanziamento della Fondation Brigitte Bardot, ma Lescure sembra esserne molto fiero visto che l’ha pubblicato ufficialmente sul profilo ufficiale del film. Abbiamo informato tutte le persone presenti alla discussione che alla manifestazione di Emagny del gennaio 2013, Nathalie Krier aveva fotografato dei/lle militant* antifascist*. In seguito, su internet, aveva chiesto informazioni sui/lle vegan* antifa presenti al fine di risalire alle loro identità. Una delle persone che aveva risposto a questo appello, non é altro che… Jérome Lescure.
«é una vergogna! Puoi dirmi di chi si tratta in MP, dobbiamo allontanarli da alcuni progetti che organizziamo e far girare la voce. Questa gente é pericolosa per il buon funzionamento delle azioni». Jérome Lescure
Questa é una comunicazione tra Jérome Lescure e Nathalie Krier a proposito dei/lle antifa vegan*. (Pure alcuni membri di Animaux En Péril, vicini all’estrema destra, hanno partecipato a questa conversazione)
In effetti, non solo si conoscono tramite internet, ma anche a livello di amicizie e di militanza, e non esitano a fotografarsi insieme e a postare le foto sui social network. Un’altra foto dell’assemblea annuale del CRAC, Comité Radicalement Anti-Corrida, mostra J. Lescure in compagnia di Nathalie Krier, sorridente.
Queste informazioni hanno scioccato molto le/i militanti vegan*1 presenti e molt* di ess* hanno deciso di continuare la discussione dopo la cena.
1. Ovviamente, nella lotta contro ogni forma di oppressione, i/le militanti vegan* che ci sostenevano sono considerat* come antifa, anche se questo non viene precisato ogni volta.
Un altro esempio della vicinanza tra Animaux En Péril e l’estrema destra, una militante conosciuta per la sue posizioni politiche, ancora in presenza di Jérome Lescure:
E’ un’attivista importante di Animaux En Péril:
E il suo compagno é un fascista:
ALF il film: marketing e vicinanza con il razzismo e il fascismo
Alla seconda discussione, svoltasi venerdì sera dopo la cena, hanno partecipato circa 70 persone e verso la fine ancora di più. Si é discusso di due punti: il marketing che ruota attorno al film ALF e l’amicizia del regista con militanti e gruppi razzisti e fascisti che si sono spinti fino a ricercare le identità degli/lle antifa a fini repressivi.
Lo stand del film era posizionato nella sala principale dell’incontro con un «banchetto» più grande rispetto a quello degli altri gruppi/distribuzioni presenti, ed era destinato esclusivamente alla promozione del film ALF, con in vendita magliette a 25 euro e felpe a 60 euro, fabbricate in Bangladesh. Questo stand immenso da un’idea dell’ALF come di una marca di cui una sola persona é l’ambasciatore per il fatto di aver girato un film e che si aspetta di essere accolto come una star nell’ambito di incontri internazionali di attivist*. Anche se legalmente é solo il marchio «ALF» con la «A» rossa (il logo ufficiale del film) ad essere stato registrato, nei fatti l’ALF attraverso questa operazione di marketing é diventato una marca, un logo, un’icona del capitalismo. Ma l’ALF non é un prodotto e ancora meno un prodotto fabbricato in un paese asiatico per essere venduto a delle persone bianche di classe media ad un prezzo esorbitante. Non é la proprietà di una sola persona che usa questo nome così conosciuto per diventare una star della protezione animale in Francia, in Belgio, o negli incontri internazionali. Non é un film con dentro un termine sessista («sgualdrina») e un commento razzista (una «battuta» sui/lle portoghesi). E’ il contrario di questo. Sono delle azioni per mostrare e lottare contro lo sfruttamento, il dominio, e l’uccisione di animali non umani.
Accanto a questo marketing, i legami di Jérome Lescure con Nathalie Krier, militante della Fondation Brigitte Bardot e del gruppo fascista 3ème Voie non rappresentano una coincidenza. Lescure é fiero di pubblicizzare la Fondation Brigitte Bardot e Brigitte Bardot in persona come sostenitrici del film e link di attivismo. Ricordiamo che Brigitte Bardot é sposata con un militante del Front National, che sostiene Marine Lepen alle elezioni presidenziali, e che é stata condannata 5 volte per odio razziale e omofobia.
Durante la discussione ci sono state diverse proposte di reazione alla proiezione del film. Ad esempio, boicottare il film, o affrontare il regista con le sue contraddizioni o ancora scrivere un testo contro la commercializzazione dell’ALF e la vicinanza di Jérome Lescure con delle persone vicine alle tendenze fasciste della protezione animale. Ma prima che si potesse giungere ad una decisione, JM Montegnies, il proprietario del rifugio, ha preso la parola. Visto che parlava solo francese, si sono verificati dei problemi nella traduzione delle sue parole. Ha affermato di essere molto scioccato dalla discussione in corso, il cui unico scopo secondo lui era quello di rovinare la reputazione di Jérome Lescure, che considera come un fratello e suo amico da più di 10 anni. Ha affermato che Lescure non é un fascista e che non si interessa di politica ma solo della questione degli animali. Ha affermato che Nathalie Krier era venuta molte volte a Animaux En Péril, che tutt* la conoscevano al rifugio, e che se la consideravamo come una fascista, allora dovevamo considerare pure lui un fascista, come pure tutte le persone che lavorano per Animaux En Péril. Ha detto che il problema non era il regista del film, ma solamente una manciata di attivist* francesi in mezzo ad ammirevoli attivist* internazionali. Per finire, ha ordinato la fine della discussione entro 5 minuti oppure avrebbe sgomberato tutte le persone presenti perché secondo lui «quando qualcuno oltrepassa la linea, tutti devono pagare!».
La presa di posizione della persona con il maggior grado di autorità per la sua posizione gerarchica, in quanto proprietario del posto, e tollerante della presenza fascista in Belgio e in Francia, ha obbligato i membri delle Panthères Enragées e altr* compagn* a coprirsi il volto.
Questo intervento ha provocato un nuovo senso di malessere. Non solo JM Montegnies ha affermato che non c’era nessun problema nel marketing del film ALF, ma ha pure affermato il suo sostegno a Nathalie Krier, attivista fascista. Il suo autoritarismo e la sua volontà di dividere il movimento vegan antifascista internazionale hanno avuto l’effetto opposto da lui sperato. Non era più possibile continuare a discutere con noi sui contenuti, ma unicamente sulla forma utilizzata per ridurci al silenzio: la minaccia di esclusione.
Ben presto l’idea che il proprietario volesse cacciare in piena notte tutte le persone presenti all’incontro si é rivelata improbabile, piuttosto avrebbe tentato di escludere solamente i/le francesi. Un gruppo di mediazione ha iniziato a discutere con JM Montegnies per sapere come fosse veramente la faccenda. In quel momento abbiamo ricevuto un sacco di conforto e di supporto da parte delle persone presenti, che sono rimaste fino alla fine della discussione del gruppo di mediazione, per condividere, discutere, creare dei legami ma anche per essere presenti nel caso in cui il proprietario avesse tentato di escluderci da subito e quindi poter fare blocco per impedirglielo.
Alla fine, siamo potut* rimanere a dormire, ma gli organizzatori ci hanno informat* che il mattino seguente si sarebbe svolta un’altra discussione con noi.
Esclusione degli/lle antifa francesi e solidarietà internazionale!
La discussione il mattino seguente si é svolta con le/i 10 francesi presenti, due persone come mediatrici, e degli organizzatori, JM Montagnies si é rifiutato di partecipare. La posizione é stata chiara: il proprietario esigeva la partenza in mattinata dei/lle 5 francesi identificat* come perturbatori/trici.
Su 10 francesi presenti, le 5 persone identificate da JM Montegnies erano i/le 2 antifa venut* da Parigi, con chi aveva già avuto dei conflitti per i suoi collegamenti con l’estrema destra, e 3 delle Panthères Enragées identificate dal loro look punk/queer. A nessun altr* francese é stato chiesto di andarsene, nemmeno al membro delle Panthères Enragées che aveva presentato la situazione sul fascismo nel movimento animalista francese durante il workshop del giorno prima. Questa é la conferma di ciò che aveva già notato il giorno precedente il panettiere vegan il quale, mentre stava preparando il pane, era stato ringraziato da un membro di Animaux En Péril con questa frase: «Almeno questo non é pane da froci!». Il panettiere era rimasto turbato da questo commento omofobo detto senza nessun disagio.
Gli organizzatori hanno voluto precisare che per JM Montegnies questa decisione non era assolutamente politica, ma solamente emotiva…
Abbiamo deciso di prendere la parola durante la riunione collettiva di sabato mattina per annunciare la decisione del proprietario. Ci siamo mess* in fila davanti al palco, le/i 10 attivisti francesi, per annunciare la notizia. Quando abbiamo finito, a poco a poco, delle persone si sono alzate e ci hanno raggiunto davanti e sul palco, piazzandosi al nostro fianco per esprimere la loro solidarietà di fronte a questa decisione autoritaria e rifiutare che una cosa del genere possa avvenire senza nessuna reazione antifascista.
Vogliamo ringraziare dal profondo del cuore tutte le persone che si sono alzate e si sono espresse al nostro fianco. Siamo rimast* estremamente colpit* da questo momento, da questa forza e questa solidarietà, che é tanto diversa dall’assenza di reazione o di ostilità a cui siamo abituat* in fRancia. Vedere così tante persone (circa 60), venute da così tanti paesi per questo incontro e mostrare questo appoggio é stato uno dei momenti più commoventi che abbiamo mai vissuto.
Se, a breve termine, JM Montegnies ha pensato unicamente al suo confort personale e ha voluto sbarrare la strada al movimento antiautoritario e antifascista, a lungo termine, una reazione internazionale di sostegno si é creata, per durare fino a quando ce ne sarà bisogno.
JM Monteignes, con addosso una maglietta del film ALF, é intervenuto senza aspettare il suo turno di parola per riaffermare che le sue emozioni, scaturite in seguito alla discussione della sera prima, erano troppo forti, che le parole dei/lle francesi non erano altro che menzogne e diffamazioni, che suo nonno era nella resistenza e che quindi non poteva essere accusato di essere un fascista o di vicinanza con il fascismo. Ha detto che le Panthères Enragées e gli/le antifascist* parigin* non erano altro che dei giovani che erano venuti all’incontro unicamente per seminare zizzania e che nessun gruppo francese desiderava la nostra presenza alle proprie iniziative per la protezione animale perché eravamo noi i fascisti. Per lui l’incontro poteva continuare in tutta tranquillità a condizione che ce ne fossimo andati il giorno stesso (la fine di questa frase é stata troncata nella traduzione).
Mentre una parte dei/lle presenti ha preferito continuare l’incontro senza porsi più domande, una larga maggioranza delle persone presenti ha invece affermato che la discussione del giorno prima non era stata iniziativa degli/lle attivist* francesi ma di divers* attivist* scioccat* dal merchandising e dalla vicinanza con il fascismo del sito e del regista del film ALF. Inoltre, hanno fatto presente che il loro sostegno di fronte alla volontà del proprietario di escludere una parte dei/lle francesi non era unicamente della solidarietà ma che un’attacco ad una parte degli/lle antifa era un attacco rivolto a tutt* gli/le antifa presenti e che una reazione collettiva era l’unica risposta possibile.
Più di 70 persone, tra cui il panettiere itinerante, hanno quindi smontato le tende e fatto i bagagli, per poi ritrovarsi al bordo della strada fuori dal rifugio, facendo presente che l’International Animal Rights Gathering non é solo un luogo, ma é formato dall’insieme delle persone che vi partecipano e lo fanno vivere. Abbiamo iniziato a discutere sulle differenti opzioni per continuare l’incontro. Nel frattempo abbiamo appeso uno striscione con scritto «contro ogni forma di dominazione: go vegan!» vicino al rifugio. A quel punto abbiamo saputo che uno degli amici di Jérome Lescure e JM Montegnies che era appena arrivato non era altro che uno sbirro ben conosciuto dai/lle attivist* del nord della fRancia, e che JM Montegnies aveva chiamato la polizia per lo striscione e per farci andare via da davanti al suo rifugio.
Una felice coincidenza ci ha permesso di continuare l’Illegal International Animal Liberation Gathering nelle vicinanze, su un campo di proprietà di un cantante di un gruppo punk rock appena arrivato all’incontro per seguire i workshop, ma che ha deciso immediatamente di supportare gli/le antifa.
Illegal International Animal Liberation Gathering: dall’autorità all’auto-organizzazione
Siamo passat* da un luogo di alta sicurezza, con telecamere di sorveglianza, una gerarchia molto marcata dalle decisioni autoritarie e definitive del proprietario, un’organizzazione che gestiva interamente la vita collettiva e nella quale era difficile partecipare, ad uno spazio più ristretto ma più ampio nella sua autonomia e nel suo sviluppo collettivo.
Gli/le abitanti del luogo che ci ospitava hanno messo a disposizione tutto quello di cui necessitavamo, dei gabinetti, dell’elettricità e dell’acqua potabile, ci siamo organizzat* insieme per il cibo, e abbiamo raccolto delle ortiche nei campi per la cena. Abbiamo anche organizzato una colletta per fare un minimo di spesa (cibo,…). Il panettiere, che ovviamente aveva deciso di partecipare a questo «nuovo» incontro, ci ha regalato 25kg di pane e ha dato un aiuto preziosissimo con il suo forno, tavoli e panche, e le sue crepes preparate dalle 6 del mattino per la colazione del giorno dopo.
L’Illegal Animal Liberation Gathering si é concluso con un centinaio di persone che hanno affermato il proprio antifascismo e il proprio rifiuto di ogni autorità, per la solidarietà con le/i vegan* antifascist* francesi, ma pure con una reazione collettiva di grande portata per creare un incontro che rifiutasse ogni forma di oppressione.
Nel 2013, il proprietario del luogo in cui si svolge l’incontro internazionale esclude gli/le antifascist*, per aver osato criticare la vicinanza del sito internet del film ALF e del regista Jérome Lescure con il movimento fascista francese.
Il movimento internazionale per la liberazione animale non può accettare nessun compromesso con il fascismo, il razzismo, l’omofobia, il sessismo, la transfobia,ecc; sia che questo venga da gruppi fascisti, che esplicitamente si rivendicano come tali, che da associazioni per i diritti animali. La scissione all’interno di questo incontro ha rappresentato un laceramento, visto che alcune persone che ci sostenevano non hanno potuto seguirci, ma anche perché ha rappresentato una reazione di fronte all’infiltrazione del fascismo nella lotta antispecista.
Ringraziamo ancora sinceramente tutte le persone che sono state solidali. Ringraziamo inoltre in particolare una persona dell’organizzazione che é stata molto attenta alle nostre critiche sul sessismo e la transfobia. Sappiamo che questa scissione é stato un momento difficile da vivere. Ringraziamo pure gli/le abitanti del luogo che ha ospitato la continuazione dell’incontro e il panettiere.
Questo incontro si é svolto sotto il segno della lotta antifascista e questa scissione ha rappresentato non solo una reazione ma anche l’affermazione del movimento per la liberazione animale antifascista. Questo movimento, già presente in molti paesi, ora é internazionale. Gli incontri, i legami, e gli scambi si sono rafforzati e non si fermeranno quì.
Ribadiamo che la nostra lotta antispecista non può essere separata dalle altre lotte.
Non possiamo difendere la liberazione animale a scapito di altre forme di oppressione.
La liberazione animale é una lotta totale e un rifiuto di TUTTE le forme di oppressione.
Essere vegan* significa rifiutare tutte le forme di sfruttamento e di dominio.
Ciò che é successo in questo incontro ha dimostrato che nessuno può fermare il movimento rivoluzionario per la liberazione animale, né l’autoritarismo, né il fascismo, né Jean Marc Montegnies, né altre istanze repressive. I/le nostr* compagn* di lotta sono incredibili. Sono in marcia verso la rivoluzione, nulla ci fermerà! Grazie a tutte e a tutti.
Ovviamente, nella lotta contro ogni forma di oppressione, i/le militanti vegan* che ci sostenevano sono considerat* come antifa, anche se questo non viene precisato ogni volta.